lunedì 22 novembre 2010

Butterfly Effect

Mi è successo un paio di settimane fa, la scena era più o meno questa:

Bevevo del caffè insieme ad A e B.
Finito di bere ri-porgo la mia tazzina ad A. Lui la prende, inizialmente con fare distratto, poi si ferma per un attimo e si volta verso di me.
-"Mi spieghi una cosa? Come mai quando bevi il caffè ne lasci sempre un pò sul fondo della tazzina...?"
B tenendo ancora la sua tazzina tra le dita affusolate prosegue
-"...Solitamente indica una persona inconcludente. ...il non finir di bere completamente qualcosa o il non finire completamente il cibo nel piatto... Vuol dire che inizi le cose ma molto probabilmente non le finisci..."

Non ricordo cosa risposi. La cosa mi fece sentire leggermente in imbarazzo, più che altro perchè la trovai abbastanza veritiera.
La scena mi rimase impressa in mente un pò come fosse quella di un romanzo; e da quella sera, ogni volta che bevo il caffè osservo la tazzina per assicurarmi di averlo bevuto tutto.


Trovo decisamente bizzarro il modo in cui un gesto così apparentemente irrilevante ne influenzi tanti altri.


Chiedo immensamente scusa, ma mi tocca fare una citazione intellettualoide:



« Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo »

                                                                                                  [Teoria del caos]



...e la cosa mi fa un po' sorridere. :)

giovedì 28 ottobre 2010

Dettagli.

Intigo la mano nella mia memoria e ripesco...

Una anziana signora robusta.
Un anziana signora robusta con un cappello da alpino sulla testa, un copriabito scolorito dalla taglia troppo grande da cui si riesce ad intravedere un tailleur viola.
La donna entra in quello stanzino anonimo con quel fare brusco proprio di persone cresciute in un epoca in cui era tutto più difficile.
Si siede e aspetta il suo turno su un'anonina seggiola rossa.

Tra le dita tozze tiene stretto un Harmony.
Lo legge proprio lì, ad un palmo dal suo viso. Lo legge concentrata in un espressione severa, inforcando sulla punta del naso degli occhilini ovali.

E la mia mente viaggia...
Quel cappello -penso-
...e quella giacca così grande... -penso-
che si tratti di ricordi di un uomo da lei amato? Forse un uomo ormai defunto.
Che agghindata col la sua giacca e il suo cappello, si tuffi tra le pagine di un racconto romantico per assaporare un pò di quelle sensazioni ancora una volta? O forse per rendere il dolore di una perdita un pò più leggero. Chissà.


Due uomini di mezza età.
Napoletani dal carattere solare e dal tono di voce un pò alto.
Entrano nello scompartimento della carrozza e dopo un occhiata veloce sui loro biglietti prendono i posti a loro destinati.
Uno di fronte all'altro.
Si guardano, si parlano, cascando qua e là in qualche frase in dialetto e qualche risata frettolosa.
Uno timido e l'altro spavaldo.
Una perfetta coppia di personaggi, come siamo abituati un pò tutti ad immaginare, ma con una pacatezza ed un umiltà solitamente non propri di un uomo di quell'età.
Lui, quello timido, se ne stava lì silenzioso, con l'aria impacciata di chi non sa cosa fare.
Lui, l'altro, quello spavaldo, gli faceva il solletico per vederlo sorridere un pò. Poi gli parlava e con una mano appoggiata sul suo ginocchio lo accarezzava lento col pollice.
Nei loro occhi c'era la complicità che solo due persone che si conoscono da una vita o due amanti possono avere.



Dettagli. Spicchi di realtà, Briciole di una storia. Fili di un tessuto in continua tessitura.

Vivo la vita come fosse un romanzo dove in effetti io non sono mai stato un protagonista. Guardo gli altri vivere. (...e mi viene in mente Pirandello.)


Ci sarà un posto anche per me?

giovedì 21 ottobre 2010

"Non esistono casualità, a questo mondo esiste solo l'inevitabile"

E' buffo come questa frase, in un modo o nell'altro, sia stata detta da molte persone importanti per me negli ultimi anni.
Per far due esempi:
Ce lo dicevamo con Filippo anni fa, quando sbocciò quel sentimento che è morto soffocato ma che probabilmente ha contribuito a rendere il nostro legame sempre più forte.
Me lo diceva Simone. Me lo disse dopo il nostro primo bacio. Mi disse "...sono così felice di averti trovato." citandomi le parole di Yuuko.
Io stesso l'ho ripetuta più volte negli ultimi anni.
Fa parte di una serie di gesti-dejavù nella mia vita e ce ne sono molti, credetemi.

Adesso inizio a credere nel destino. Nè cattivo nè buono. Semplicemente il destino.
"Tutto va come deve andare" diceva Max Pezzali in una sua canzone almeno una dozzina di anni fa.
Un pò questo mi rassicura...non c'è sofferenza nell'ammettere che non poteva andare diversamente.
Non esistono più occasioni mancate, non esiste nessun fato brutto e cattivo che vuole farci del male come arrogantemente tutti, chi più, chi meno, abbiamo pensato almeno una volta nella vita in una situazione parecchio difficile.
Esiste solo la coscienza dell'inevitabile.
Niente frustrazione per una volontà di cambiar le cose che risulta inconcludente.
Niente angoscia del "avrò fatto abbastanza?"
Niente vittimismo cosmico.

Tutto è inevitabile.

E' inevitabile innamorarsi di Lui.
E' inevitabile che la storia finisca.
E' inevitabile soffrire.
E' inevitabile sorridere.
E' inevitabile incontrare sulla propria strada persone che si legano a te indissolubilmente, con cui si crea una forta amicizia.
E' inevitabile che nel cammino se ne perdano delle altre.
E' inevitabile arrivare in ritardo.
E' inevitabile il tuo trovar la monetina di 2 euro per terra.


Lo so. Lo so.
Parlo dei miei 19 anni come un vecchio marinaio infreddolito parla nel suo diario di viaggio della sua gioventù lontana. Con la sottile malinconia di chi si sente solo e sa che ormai non ha molto tempo. Forse per alcuni con l'ingratitudine di chi non riconosce che a vent'anni si ha tutta una vita davanti.

So di non essere solo, so di avere anche delle splendide persone che mi supportano e che mi vogliono bene. Persone che porto sempre e comunque con me nei miei pensieri e nel mio cuore. Ma come si dice "si ci può sentir soli anche in mezzo ad una folla", no?

lunedì 11 ottobre 2010

10XDIECI

Ho sentito le cicale.

Ho sentito le cicale in Ottobre  con il loro canto insistente.

Almeno mi è parso di sentirle, magari era solo la mia immaginazione.

Mi sono sentito rassicurato, confortato e non è poco...

Ebbene si, mettetevi comodi sta per partire un racconto della piccola fiammiferaia:

Ho avuto un adolescenza triste.

Isolato dal mondo, a volte un po' perché troppo timido, altre perché troppo pauroso.

Anche nell'amicizia, quelle cose tipo uscire insieme, guardare insieme qualcosa, pranzare insieme erano cose che, realtà scolastica a parte, per me esistevano solo nei telefilm.
Tutti i pomeriggi a quel pc, tutte le sere tra quelle 4 mura anonime, per tutta l'adolescenza.

Quando sono arrivato a Roma ho conosciuto una persona, una persona speciale.

Di cui ho già parlato in precedenza perché inevitabilmente mi presi una cotta per lui.
Ora la cotta non c'è più, ma non è assolutamente cambiata la mia visione di lui.

Lo stimo come persona, lo stimo artisticamente ma ancora di più lo stimo come amico.

E questa persona per prima mi ha fatto vivere un po' di quella che si chiama "normalità"

Ogni tanto però mi capita che quando sento una persona a cui voglio bene un po' distante mi faccia prendere dall'ansia della "data di scadenza" del rapporto, perché purtroppo esistono anche quelle alcune volte. 

Ma ieri mi sono sentito rassicurato, in questo caso sembra non esserci una data di scadenza...o se c'è non è prossima.




venerdì 8 ottobre 2010

9Ottobre2010

E' tantissimo che non scrivo eh.

Ed ecco che mi trovo a farlo da una camera dalle pareti color aragosta.

Questo "anno" non è certamente iniziato nel modo migliore. Tante difficoltà, alcune evitabili, alcune un pò meno.

Sono a Roma per cercare di risolvere il problema dell'appartamento e per non perdere lezioni di scuola.

Tutto sta cambiando nella mia vita e così deve andare...

Voglio impegnarmi seriamente con la scuola.

Voglio mettere la parola "fine" ad un pò di cose.

Voglio smetterla di rincorrere le persone. 


Voglio che quel campanellino torni al suo proprietario.

Eh si, lo ammetto...un po' vorrei vedere i suoi occhi diventar lucidi. Voglio che lo guardi e si renda conto che ha buttato via la persona che lo amava veramente. 

Vorrei potergli restituire un briciolo del male che mi ha fatto...  (ma come al solito sopravvaluto le persone) Voglio chiudere la questione completamente.

E sopratutto non voglio permettere a nessun altro uomo di farmi del male.

Del resto anche il problema dell'appartamento mi angoscia abbastanza...mi chiedo se ne sono all'altezza.

Non sono tanto forte, non ho mai preteso di sembrarlo.

Ho portato con me quella felpa. Così che se dovessi aver paura, se dovessi essere angosciato la possa stringere e sentire il suo profumo. Anche se, sono so cosciente che si tratta nuovamente di un mio sogno ad occhi aperti...

venerdì 6 agosto 2010

...

Ero stressato, nervoso, inquieto quella sera. Avevo bisogno di vederti, ma nessuna voglia di fare il fidanzato ossessivo.
Era l'una di notte.Tu mi dicesti "mi vesto e son da te". Prendesti la macchina e venisti da me in meno di 10 minuti senza che neanche ci fosse bisogno di chiedertelo.
Uno squillo.
Scesi al portone e mi guardasti con un timido sorriso gentile. Non una parola. Mi abbracciasti, mi baciasti la fronte.
Mi chiedesti di salire da me ed io accettai, un pò intimorito all'idea che potessi conoscere i miei coinquilini.

Mi baciasti tenendomi tra le tue braccia.
Facemmo l'amore nella penombra di quella stanza. I tuoi baci, le tue carezze, il tuo respiro come una nuvoletta calda sulla mia pelle in quella tiepida notte primaverile.
Restammo nudi abbracciati sotto le coperte. Sentii il tuo respiro rallentare: ti eri addormentato.
Sai, amo tenere tra le braccia le persone addormentate, adoro guardare le persone addormentate.
Quando dormiamo siamo tutti veramente uguali. Non esiste spavaldo, non esiste pauroso, non esiste forte, non esiste debole, nè buono, nè cattivo.
Quando dormiamo siamo veramente tutti uguali. Tutti fragili creature, nulla più.
Ti detti un bacio sulla guancia e ti strinsi un pò di più.
Dopo mezzoretta ti svegliasti. Ti accompagnai alla macchina e mi sorridesti ancora un pò arruffato dicendo di amarmi.

E adesso son qui inquieto a passeggiar nervoso per casa come fossi un leone in gabbia.
A fissare con disgusto quel campanellino su quel mobiletto del bagno chiedendomi quanto di romanzato ci sia anche nella sua di storia.

Ho pianto, di nuovo.
Cosciente che piangerò ancora per molto per te. Ma non più perchè io ti rivoglia indietro, ma perchè le tue bugie mi hanno lasciato una ferita che non vuole smettere di sanguinare per il momento.

giovedì 8 luglio 2010

Il canto delle cicale

Sono tornato a Bergamo da 5 giorni.
Qui è pressochè tutto come lo lasciai 9 mesi fa.
Stesse collinette silenziose.
Stessi palazzi lisci e squadrati guarniti dal loro stesso triste grigiume fiacco.
Stessi soliti sguardi curiosi di condomini pettegoli che cercan di distrarsi dalla noia estiva giocando a carte in cortile.
Stesse giornate ad un pc prigioniero di una torrida stanza che diventa in un certo qual senso una "gabbia dorata".
Stessa opprimente sensazione d'isolamento mista a solitudine ed impotenza.

Ma un particolare ha colto la mia attenzione, un particolare differente da prima.
Il canto delle cicale.

Non ho mai sentito il canto delle cicale qui a Bergamo.

Mi riporta indietro nel tempo e sento come un alito caldo sul viso.
Mi riporta su uno scomodo letto di una roulotte in una calda notte d'estate di tanti anni fa.
Mi riporta nel corpo di un me bambino fragile e spaventato, sdraiato in posizione fetale tra una madre ed un padre che forse non sono abituato a ricordare.
A quei tempi avevo terribilmente paura di dormir da solo, la notte mi portava angoscia. Guardavo con aria incuriosita il rettangolo di vetro che fungeva da finestra sopra al lettone della roulotte mentre fuori sentivo il costante canto delle cicale.

Ripensandoci non credo di esser cambiato tanto dal Federico di allora.
Timido e spaventato, è quasi un mio segno di riconoscimento oramai.
Ma forse è solo un ricordo inutile e banale.

Ho passato un periodo veramente brutto. Mi stupisco di quanto ogni volta la vita sappia sorprendermi in merito alla sofferenza.
E mi sorprende pensare che dopotutto c'è chi sta anche molto peggio di me.

Ho pianto tutte le lacrime che riuscivo a piangere, ho speso ogni grammo della mia energia nel consumarmi per amore, nonostate tutti cercassero di impedirmi di farlo. Adesso mi sento svuotato...nessun dolore, nessuna sofferenza.

Solo il canto delle cicale.

lunedì 21 giugno 2010


Sono successe svariate cose in questi 9 mesi.

Ho iniziato la Scuola Internazionale di Comics e mi piace abbastanza. Peccato che non riesca a sviluppare la mia capacità organizzativa nè a combattere la mia pigrizia.
Avrei potuto/dovuto lavorar di più, gestire meglio il mio tempo e invece sono stato uno stupido, ma non è di questo che voglio parlare...

Qui a Roma ho iniziato una vita nuova, lontano da vecchie ansie e da una solitudine che ormai mi soffocava a Bergamo.
La scuola mi ha permesso di conoscere persone splendide, dolci, simpatiche.

Ho conosciuto Sere e adesso non potrei fare a meno di lei.Dopo Filippo credevo non avrei mai potuto avere così sintonia con una persona, invece pare che sia possibile.

Sono entrambi due persone che riescono a capirmi con uno sguardo e ciò è straordinario.
Con lei ho condiviso tutto. Lacrime, risate. Abbiamo dormito affianco, ci siamo presi cura l'uno dell'altro e non posso che volerle bene immensamente.

Ho conosciuto meglio Sonia.
Sonia, la mia Sonia. Come si fa a non amarla? E' una persona fantastica. Lei che mi ha fatto e mi fa tornar la voglia di disegnare.

E' un artista nel disegno quanto nella vita. Non smetto mai di stupirmi con quanta pacatezza e delicatezza dipinga il mondo con i suoi colori. Non posso non esserne affascinato e rapito. Ma soprattutto non posso non benedire il giorno in cui l'ho conosciuta.

Ho conosciuto Jacopo.
Sempre così disponibile e premuroso. L'uomo che aveva degli agganci in qualsiasi settore di Roma. XD

Ho conosciuto Paolo.
Un pò per gioco, un pò per scherzo. Un ragazzo dolcissimo. Un artista formidabile dall'incredibile fascino che non ha potuto che conquistare il mio cuore. Gli voglio un mondo di bene e non posso che essere tanto felice di averlo conosciuto.

Ho conosciuto Max. Il 36enne.
Dicembre. Un girasole. Milano. Un bell'uomo senza ombra di dubbio, mi piaceva molto. Ma una storia che ,ahimè, si è consumata da sola proprio com'è nata

Ho rivisto Nihil e Chiara.
Non posso che provar stima nei loro confronti malgrado li abbia visti all'incirca 2-3 volte in tutti questi mesi. Sono una coppia bellissima, vederli insieme mi provoca sempre una sensazione di pace.
.
Ho conosciuto Nill, Ilaria, Silvia, Brigitta, Roberta, Ichy.
Anche con loro sono stato poche volte. Più le osservavo più adoravo con quanta semplicità si trasmettevano le une con le altre la loro passione per il disegno.
Ammetto che un pò mi spiazzava, perchè in fondo mi sentivo terribilmente ignorante e piccolo in confronto a loro ma allo stesso tempo non potevo fare a meno dell'osservarle e cercare di apprendere.
.
Ho conosciuto Tiziano, Davide, Roberto.
Potrei chiamarli "incidenti di percorso" per quanto suoni veramente gretto definirli così. Errori che comunque probabilmente andavano fatti.

Ho rivisto Marco, Serena e Laura.
Mi ha fatto tanta tenerezza. Nonostante il male che mi ha fatto gli voglio bene. Avrei potuto potergli dimostrare il mio affetto ma la ferita non me lo permette ancora.

Ho conosciuto Nicoletta.
'BBella la nostra Niconì. E' stata una tra le persone che fin dal primo giorno di scuola avrei voluto conoscere. M'ispirava simpatia. Mesi dopo, forse purtroppo troppi mesi dopo, ciò è accaduto. Le voglio tanto bene. .

E infine ho conosciuto Simone.
Lo amo. Senza ombra di dubbio ogni molecola di me ama quel ragazzo.
Ad alcuni sembrerò patetico ma anche se mi sta dilaniando il cuore con la sua indecisione...il sentimento che provo non posso cancellarlo.
Mi sembra ieri la prima volta che vidi una sua foto. Mi ha regalato i momenti più belli e sereni che abbia mai avuto.
Mi sento così perso per lui che mi vien difficile parlarne. Nella mia mente si accavallano tanti di quei momenti, di quei gesti dolci che fatico a sentire qualcosa oltre al palpitare del mio cuore.
Vorrei non averlo perso, vorrei potermi prendere cura di lui e della sua felicità.
...vorrei appunto...

Il 24 Giugno avrò l'esame. Il 3 Luglio ripartirò per Bergamo.
Chissà come andrà...posso solo impegnarmi e augurarmi di passarlo.
Lo devo a me stesso e a tutte queste persone che, ognuna a loro modo, mi ha accompagnato in questi 9 mesi.

Mi mancherà questa città che bene o male mi ha tenuto conforto per tutto l'inverno.
Mi mancherà il fare quelle lunghe passeggiate per cercare di dimenticare.
Mi mancherà l'osservare la gente in metro con le cuffie nelle orecchie come fosse la scena di un film,
Mi mancheranno le uscite con Jacopo, Sere e Paolo.
Mi mancherà mangiare porcherie di notte guardando un video stupido su youtube e prendendoci in giro con Sere.

Mi mancherà Roma quest'estate.
Mi mancheranno loro. <3

domenica 18 aprile 2010

19IV10

Ieri, camminavo per Via del Corso, ero assorto nei miei pensieri quando mi sono accorto che davanti a me camminava una coppia gay. Due ragazzi bellissimi. Un ragazzo alto, dai capelli neri corti e un ragazzo minuto con dei riccioli biondi.
Erano lì, camminavano l'uno con le braccia attorno alla vita dell'altro. Si guardavano, sorridevano, chiacchieravano. Il moro dava bacini sulla guancia al biondo.
Ho sentito un improvvisa sensazione di vuoto. Un pugno allo stomaco.
Mi son detto: "Se sei disposto a fare questi piccoli gesti, a prenderti cura del tuo ragazzo, lì in pieno centro di Roma in mezzo ad una folla dove tra gli altri ci saranno senza dubbio soggetti poco intelligenti, non tolleranti e probabilmente irrazionali che potrebbero insultarti o nella peggiore delle ipotesi picchiarti da un momento all'altro. Se sei disposto a farlo lo stesso, stai mettendo il tuo amore per lui al primo posto, non lo stai privando, nè stai limitando il tuo dimostrargli quello che provi."
E tutto ciò per me è stato sconvolgente.
Lo chiamano "amore". Mi dicono che se sei innamorato davvero tutto questo sia spontaneo, naturale, istintivo.
Ma io non conosco tutto questo. Le persone che in passato hanno detto di amarmi non l'hanno fatto e in quella circostanza non avrebbero mai messo me al primo posto. Mi hanno mai amato?

E tutto ciò mi fa sentire confuso e amareggiato, un pò come quando un bambino scopre bruscamente che Babbo Natale non esiste.
Quel sentimento reciproco, quel legame che credevo mi avesse legato a varie persone nella mia breve vita, per cui in passato ho versato fiumi di lacrime, per cui ho passato notti insonni, per il quale mi sono arrabbiato, che volevo salvare a tutti i costi...non è mai esistito...era tutta una mia convinzione...un mio enorme sogno ad occhi aperti.

Amarezza...solo tanta amarezza e un tremendo mal di testa.

mercoledì 14 aprile 2010

Hey. Non sono morto! 

(Tanto per mettere in chiaro questo dubbio, se qualcuno se lo fosse posto.)

La vita va avanti, tra momenti malinconici e sbandatezze varie. Sento anche di star facendo preoccupare un pò di gente col mio stato d'animo generale e ciò mi rincresce. 

Per quanto riguarda la scuola, mi sento parecchio confuso. La mia incapacità ad organizzarmi riguardo ai compiti si fa sempre più problematica. Ma ancora non irrecuperabile, volendo.
E' proprio il "volendo" il problema. Ultimamente se sto a casa perdo qualsiasi voglia di disegnare e finisco per correre dietro a mille pensieri inutili.

Ragion percui, in perfetto stile bohemien, ho deciso di andare a disegnare al Caffè Letterario. Me ne innamorai fin dalla prima volta che lo vidi. Lo trovo un posto splendido, si respira quel clima di tranquillità e rilassatezza di cui ho bisogno. Ci andrò molto spesso. Beh, se vi capitasse di esser lì e vedere un tappetto con il Parkinson (si, perchè ultimamente le mie mani hanno deciso di imparare a ballare lo swing) seduto ad un tavolo che scarabocchia, probabilmente sono io. 

Da circa una ventina di giorni ho iniziato ad abbozzare la storia di  NOISE., ad abbozzarne i personaggi, le ambientazioni. Per quanto si tratti di un progetto ancora in fase embrionale, mi sento abbastanza soddisfatto di come si sta evolvendo.

Per adesso vi lascio con qualche sketch di presentazione.


    

          

giovedì 25 marzo 2010

“Come stai?”
Simpatica la domanda!


Un po’ tutti, chi più, chi meno, abbiamo schifosamente mentito nella risposta e ci siamo ritrovati a rispondere con un “bene, tu?” a denti stretti. Magari perché non ci va di far preoccupare la persona che ce lo chiede (soprattutto quando sappiamo che a sua volta ha molti pensieri per la testa anche lei ), magari perché spesso è troppo doloroso rimuginare su ciò che in realtà ci rende infelici o più semplicemente perché non ci va di parlarne.

Beh, vorrei rispondere una volta per tutte a questa domanda in modo sincero. Ho bisogno di sfogarmi.

Come sto?

Fondamentalmente male.
Essere innamorati è meraviglioso. Essere innamorati è orribile.
Penso sia uno di quei discorsi in cui è valido più che mai il detto “Chi ha i denti non ha il pane, chi ha il pane non ha i denti”.

Un giorno, forse per puro caso o forse secondo i piani di quello che la gente romantica chiama “destino”, compare una persona nella tua vita e tutto sembra cambiare. Iniziano un po’ tutte così le storie d’amore, purtroppo anche quelle a senso unico.
In un primo momento, nel pieno dell’ottimismo, dici tra te e te “Lui deve essere mio!” ignorando però, che per quanta sicurezza tu voglia ostentare prima o poi dovrai scontrarti con la realtà.
Ad alcuni va bene, ad altri no.

A me è andata male. E qui potrebbero partire mille piagnistei su quanto la vita sia ingiusta, su quanto la vita faccia schifo, sul “perché non posso piacergli io”. Non nego di non averlo pensato un po’, per quanto mi sia sforzato di prendere la cosa con più maturità possibile. “Mi vuol tanto bene…” mi son detto “ Se e’ questo il sentimento che prova per me è giusto che io rispetti questa cosa, non è certamente colpa sua.”

Ora, ripensandoci adesso… forse in fondo non gli auguro di legarsi a me nello stesso modo in cui io sono legato a lui. Non sarei capace di dargli la felicità. A lungo andare diventerei un peso e lo trascinerei nella spirale delle mie paranoie e lui non se lo merita.

Come se non bastasse, partirà e andrà a vivere lontano da qui.

Fa benissimo, insegue un sogno che sono il primo a supportare. Ma ho tanta paura.
Paura di un qualcosa che purtroppo e’ inevitabile. Del crollo che avrò quando quell’aereo si alzerà in volo e di quanto vorrò strapparmi il cuore dal petto per non sentire quella sensazione di vuoto tipica di quando “perdi” qualcosa di importante nella tua vita.

(Lui teneramente pensa di potermela risparmiare, ostandosi a non capire che è impossibile. E che tutto deve andare così come deve andare.)

Molta gente nel cercare di consolarmi mi risponde con un “Ma potrai ricominciare, la vita non finisce qui, di ragazzi ne esistono tanti al mondo…”

Ma quando incontri qualcuno che con te condivide l’anima, tutti gli altri ragazzi, per quanto fighi, intelligenti o dolci possano essere, ai tuoi occhi appaiono così terribilmente insipidi...

Boh.


Immetti autocommiserazione .

Immetti autocommiserazione .

Immetti autocommiserazione .

Immetti autocommiserazione .

Immetti autocommiserazione .

Immetti autocommiserazione .







domenica 14 marzo 2010

giovedì 4 marzo 2010

martedì 2 marzo 2010

Saranno passati 2-3 mesi da quando finii di guardare Kuroshitsuji.
Ho amato quell'anime. L'ho amato con tutti i suoi 4786mila filler. L'ho amato con le sue forti incogruenze storiche. L'ho amato nonostante alcuni aspetti della trama decisamente irrisolti.

Si, lo ammetto, l'ho amato abbastanza ingiustificatamente.

Però quando, ormai durante la visione degli ultimi episodi, lessi la notizia in internet della produzione di una seconda serie, la cosa mi lasciò parecchio perplesso.




"Che cazzata!" pensai.

Il finale di Kuroshitsuji, seppur lasciando un pò d'incertezza sembra far immaginare che quella storia in qualche modo si concluda lì.


Qualche giorno fa, mi è ricapitata davanti agli occhi una news un pò più dettagliata sulla seconda serie e ho scoperto che oltre a cambiare il nome in "Monoshitsuji" non sembra trattarsi di una continuazione della storia di Ciel e Sebastian, ma sembra avere come protagonisti un altro giovane e ricchissimo uke e un altro maggiordomo (demone?) seme.
Mi vien da ridere leggendo nei vari forum struggenti monologhi delle varie fangirl che si disperano all'idea (come ripeto, parecchio prevedibile) che i protagonisti non siano più Seba e Bocchan.
Mah. ♥  

D'altra parte non sono una persona molto coerente quindi penso lo proverò a guardare quando uscirà, anche se la trovo una tristissima mossa per fangirl frustrate ♥ ♥ ♥

lunedì 1 marzo 2010

Revisione passata. Sopravivebbi.
(e quale potrebbe essere il momento migliore per far partire il blog se non questo?)

Pare che il mio stile piaccia abbastanza a Giorgio ed Emiliano. Al contrario, piace un pò di meno la mia scarsa capacità di concentrazione e la conseguente poca produttività.


;_; Buh.


Ma se c'è una cosa che ho imparato da queste settimane pre-revisione è che meglio lavorare con un pò di più costanza piuttosto che trovarsi valanghe di cose da recuperare alla fine.
E credo sarà quello che cercherò di fare da ora in poi.

Per quanto riguarda i miei "scarabocchi per passione" mi sento in un periodo parecchio creativo.
In questi mesi ho approfondito la conoscenza di due splendide persone che ritengo dei veri artisti e delle figure ormai insostituibili nella mia vita. Lo star vicino a loro mi fa sentire decisamente stimolato. ♥ 

Purtroppo avendo portato lo scanner a Roma, ed essendo io tornato a Ber*tristezzaapalate*gamo dopo più di un mese per qualche giorno, non ho la possibilità di scannerizzare i disegni nuovi.

Ma prometto che prossimamente inizierò a postare dei disegni direttamente da Pompeo (il mio sketchbook)


P.s. - La foto ha il puro scopo fuorviante di farmi apparire come una persona minimamente ordinata e ben organizzata. ♥

domenica 24 gennaio 2010