domenica 18 aprile 2010

19IV10

Ieri, camminavo per Via del Corso, ero assorto nei miei pensieri quando mi sono accorto che davanti a me camminava una coppia gay. Due ragazzi bellissimi. Un ragazzo alto, dai capelli neri corti e un ragazzo minuto con dei riccioli biondi.
Erano lì, camminavano l'uno con le braccia attorno alla vita dell'altro. Si guardavano, sorridevano, chiacchieravano. Il moro dava bacini sulla guancia al biondo.
Ho sentito un improvvisa sensazione di vuoto. Un pugno allo stomaco.
Mi son detto: "Se sei disposto a fare questi piccoli gesti, a prenderti cura del tuo ragazzo, lì in pieno centro di Roma in mezzo ad una folla dove tra gli altri ci saranno senza dubbio soggetti poco intelligenti, non tolleranti e probabilmente irrazionali che potrebbero insultarti o nella peggiore delle ipotesi picchiarti da un momento all'altro. Se sei disposto a farlo lo stesso, stai mettendo il tuo amore per lui al primo posto, non lo stai privando, nè stai limitando il tuo dimostrargli quello che provi."
E tutto ciò per me è stato sconvolgente.
Lo chiamano "amore". Mi dicono che se sei innamorato davvero tutto questo sia spontaneo, naturale, istintivo.
Ma io non conosco tutto questo. Le persone che in passato hanno detto di amarmi non l'hanno fatto e in quella circostanza non avrebbero mai messo me al primo posto. Mi hanno mai amato?

E tutto ciò mi fa sentire confuso e amareggiato, un pò come quando un bambino scopre bruscamente che Babbo Natale non esiste.
Quel sentimento reciproco, quel legame che credevo mi avesse legato a varie persone nella mia breve vita, per cui in passato ho versato fiumi di lacrime, per cui ho passato notti insonni, per il quale mi sono arrabbiato, che volevo salvare a tutti i costi...non è mai esistito...era tutta una mia convinzione...un mio enorme sogno ad occhi aperti.

Amarezza...solo tanta amarezza e un tremendo mal di testa.

mercoledì 14 aprile 2010

Hey. Non sono morto! 

(Tanto per mettere in chiaro questo dubbio, se qualcuno se lo fosse posto.)

La vita va avanti, tra momenti malinconici e sbandatezze varie. Sento anche di star facendo preoccupare un pò di gente col mio stato d'animo generale e ciò mi rincresce. 

Per quanto riguarda la scuola, mi sento parecchio confuso. La mia incapacità ad organizzarmi riguardo ai compiti si fa sempre più problematica. Ma ancora non irrecuperabile, volendo.
E' proprio il "volendo" il problema. Ultimamente se sto a casa perdo qualsiasi voglia di disegnare e finisco per correre dietro a mille pensieri inutili.

Ragion percui, in perfetto stile bohemien, ho deciso di andare a disegnare al Caffè Letterario. Me ne innamorai fin dalla prima volta che lo vidi. Lo trovo un posto splendido, si respira quel clima di tranquillità e rilassatezza di cui ho bisogno. Ci andrò molto spesso. Beh, se vi capitasse di esser lì e vedere un tappetto con il Parkinson (si, perchè ultimamente le mie mani hanno deciso di imparare a ballare lo swing) seduto ad un tavolo che scarabocchia, probabilmente sono io. 

Da circa una ventina di giorni ho iniziato ad abbozzare la storia di  NOISE., ad abbozzarne i personaggi, le ambientazioni. Per quanto si tratti di un progetto ancora in fase embrionale, mi sento abbastanza soddisfatto di come si sta evolvendo.

Per adesso vi lascio con qualche sketch di presentazione.