domenica 18 aprile 2010

19IV10

Ieri, camminavo per Via del Corso, ero assorto nei miei pensieri quando mi sono accorto che davanti a me camminava una coppia gay. Due ragazzi bellissimi. Un ragazzo alto, dai capelli neri corti e un ragazzo minuto con dei riccioli biondi.
Erano lì, camminavano l'uno con le braccia attorno alla vita dell'altro. Si guardavano, sorridevano, chiacchieravano. Il moro dava bacini sulla guancia al biondo.
Ho sentito un improvvisa sensazione di vuoto. Un pugno allo stomaco.
Mi son detto: "Se sei disposto a fare questi piccoli gesti, a prenderti cura del tuo ragazzo, lì in pieno centro di Roma in mezzo ad una folla dove tra gli altri ci saranno senza dubbio soggetti poco intelligenti, non tolleranti e probabilmente irrazionali che potrebbero insultarti o nella peggiore delle ipotesi picchiarti da un momento all'altro. Se sei disposto a farlo lo stesso, stai mettendo il tuo amore per lui al primo posto, non lo stai privando, nè stai limitando il tuo dimostrargli quello che provi."
E tutto ciò per me è stato sconvolgente.
Lo chiamano "amore". Mi dicono che se sei innamorato davvero tutto questo sia spontaneo, naturale, istintivo.
Ma io non conosco tutto questo. Le persone che in passato hanno detto di amarmi non l'hanno fatto e in quella circostanza non avrebbero mai messo me al primo posto. Mi hanno mai amato?

E tutto ciò mi fa sentire confuso e amareggiato, un pò come quando un bambino scopre bruscamente che Babbo Natale non esiste.
Quel sentimento reciproco, quel legame che credevo mi avesse legato a varie persone nella mia breve vita, per cui in passato ho versato fiumi di lacrime, per cui ho passato notti insonni, per il quale mi sono arrabbiato, che volevo salvare a tutti i costi...non è mai esistito...era tutta una mia convinzione...un mio enorme sogno ad occhi aperti.

Amarezza...solo tanta amarezza e un tremendo mal di testa.

Nessun commento:

Posta un commento