giovedì 28 ottobre 2010

Dettagli.

Intigo la mano nella mia memoria e ripesco...

Una anziana signora robusta.
Un anziana signora robusta con un cappello da alpino sulla testa, un copriabito scolorito dalla taglia troppo grande da cui si riesce ad intravedere un tailleur viola.
La donna entra in quello stanzino anonimo con quel fare brusco proprio di persone cresciute in un epoca in cui era tutto più difficile.
Si siede e aspetta il suo turno su un'anonina seggiola rossa.

Tra le dita tozze tiene stretto un Harmony.
Lo legge proprio lì, ad un palmo dal suo viso. Lo legge concentrata in un espressione severa, inforcando sulla punta del naso degli occhilini ovali.

E la mia mente viaggia...
Quel cappello -penso-
...e quella giacca così grande... -penso-
che si tratti di ricordi di un uomo da lei amato? Forse un uomo ormai defunto.
Che agghindata col la sua giacca e il suo cappello, si tuffi tra le pagine di un racconto romantico per assaporare un pò di quelle sensazioni ancora una volta? O forse per rendere il dolore di una perdita un pò più leggero. Chissà.


Due uomini di mezza età.
Napoletani dal carattere solare e dal tono di voce un pò alto.
Entrano nello scompartimento della carrozza e dopo un occhiata veloce sui loro biglietti prendono i posti a loro destinati.
Uno di fronte all'altro.
Si guardano, si parlano, cascando qua e là in qualche frase in dialetto e qualche risata frettolosa.
Uno timido e l'altro spavaldo.
Una perfetta coppia di personaggi, come siamo abituati un pò tutti ad immaginare, ma con una pacatezza ed un umiltà solitamente non propri di un uomo di quell'età.
Lui, quello timido, se ne stava lì silenzioso, con l'aria impacciata di chi non sa cosa fare.
Lui, l'altro, quello spavaldo, gli faceva il solletico per vederlo sorridere un pò. Poi gli parlava e con una mano appoggiata sul suo ginocchio lo accarezzava lento col pollice.
Nei loro occhi c'era la complicità che solo due persone che si conoscono da una vita o due amanti possono avere.



Dettagli. Spicchi di realtà, Briciole di una storia. Fili di un tessuto in continua tessitura.

Vivo la vita come fosse un romanzo dove in effetti io non sono mai stato un protagonista. Guardo gli altri vivere. (...e mi viene in mente Pirandello.)


Ci sarà un posto anche per me?

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